Il corso si svolgerà in 4 giornate (9 - 16 - 23 - 30 marzo) presso l'AULA A1 del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche e Maxillo-Facciali in Via Caserta, 6 - 00161 - Roma.
Il corso si propone di analizzare il rapporto tra scienza medica e ideologia nazista, e le sue ripercussioni nelle persecuzioni
razziali.
Il ciclo di lezioni si svilupperà attraverso la ricostruzione del contesto storico in cui la Germania nazista ha messo in pratica le
teorie antropologiche – o pseudo tali – che avevano dato origine al cosiddetto “razzismo biologico” fino a giungere
all'emarginazione di gruppi considerati inferiori, alla soppressione delle cosiddette “bocche inutili” (come i disabili), e al progetto
di sterminio degli ebrei d’Europa, dei Sinti e dei Rom.
In questo quadro la medicina assume un ruolo centrale, in quanto
strumento di “igiene razziale”, al servizio della politica del Terzo Reich. La politica razzista ha infatti trovato una sponda di
supposta validità nelle teorie pseudo-scientifiche che predicavano l’esistenza di razze superiori nell'uomo. È il personale
sanitario a mettere in atto l’uccisione dei disabili, che non venivano considerati meritevoli di vivere, ed è sempre ai medici che
viene assegnato il compito di selezionare gli ebrei da inviare alla morte e di sovrintendere alle operazioni tecniche di sterminio
nel campo di Auschwitz-Birkenau. Sarà inoltre sempre il personale sanitario ad eseguire la sperimentazione su cavie umane volta
a portare avanti ricerche in campo sanitario, tra le quali quelle inerenti le tecniche di sterilizzazione di massa.
Alla luce di questi avvenimenti, verranno infine ripercorse le tappe fondamentali attraverso le quali si è giunti alla bioetica
contemporanea, dal processo di Norimberga al “Belmont Report”.
La formazione a carattere interdisciplinare vedrà la partecipazione di medici, storici e ricercatori esperti del tema.
Il corso dà diritto all'acquisizione di 12 crediti ECM.
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